Venticinquesima lezione: spazio come informazione

Nell'architettura lo spazio è un tema fondamentale. In particolare il tema che lo spazio è l'oggetto fondamentale dell'architettura, ha cominciato a diffondersi grazie a Bruno Zevi. Zevi scrive nel 1949 "Saper vedere l'architettura" che è alla base del concetto. Viene definito all'interno di questo libro che lo spazio è al centro della progettazione architettonica e come l'idea di spazio possa cambiare in base alla cultura, al tipo di spazialità in base ai momenti ed epoche. Lo spazio può essere inteso come un organo. Possiamo fare un parallelismo tra la medicina e l'architettura su questo tema. In ambito medico vediamo quanto siano importanti gli organi. Importante è il rapporto forma funzione degli organi. In architettura avviene qualcosa di simile, infatti il rapporto forma-funzione diventa centrale nel progetto architettonico. Lo spazio coem sistema. Prendendo in considerazione sempre il parallelismo tra medicina e architettura vediamo come: in medicina si è capito quanto fosse importante tenere in considerazione non solo gli organi in se ma anche tutti i sistemi (sistema nervoso, linfatici ecc..). Troviamo una medicina quindi orientata verso l'organo che cerca di intersecarsi con una medicina sistemica. In architettura avviene lo stesso principio, viene percepito lo spazio come un sistema. Prendiamo in esempio il Guggheneim di Bilbao. In questo caso l'edificio è caratterizzato da sistemi che si intrecciano. Come si è passato dal concetto di spazio singolo al concetto di sistema? Questo sviluppo sicuramente è dovuto all'avvento dell'informativa, in quanto è proprio grazie ad essa che si riescono a gestire sistemi più complessi. Lo spazio come informazione. Come ottimizzare i sistemi? L'informazione quindi diventa la materia prima. L'avvento di spazi a più dimensione porta alla possibilità di poterli esplorare e questo conduce a una reificazione. , ad una circolarità tra strumento ed opera. Si tratta a questo punto di unire strumento, crisi e nuova estetica. Parliamo del colore. Esiste veramente? Per rispondere a questo quesito utilizziamo tre categorie differenti: contestuale, il colore è visibile rispetto al contesto in cui ci troviamo e in base alle condizioni esterne, fisiologico, i mammiferi hanno sviluppato un modo per poter vedere i colori rispetto ad altre specie, cognitivo culturale, dipende dalla cultura e da un'attitudine ben precisa. Quindi il colore esiste davvero? Esistono le radiazioni elettromagnetiche, ma il colore è un'informazione inscritto in questi parametri. Quindi il dato è l'onda elettromagnetica al quale vengono associate delle convenzioni. Quindi in sintesi: lo spazio è concepito come informazione. Quindi esso non esiste, ma esiste la materia come dato, che io faccio diventare spazio nel momento in cui vengono associate le tre categorie (contestuale, fisiologico, cognitivo).

Link lezione: http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Didattica/Cad/2023-24/LEZ/25/index.htm