Terza lezione: Informazione e architettura. Comunicazione marsupiale, il problema del significato 

In questa terza lezione si parla del concetto di informazione in architettura.  Un'architettura del Rinascimento esiste in quanto rappresenta un ideale, per esempio troviamo edifici legati alla religione oppure legati al potere di uno Stato o di una famiglia. Nell'epoca industriale gli edifici non avevano la stessa funzione degli edifici del Rinascimento, infatti essi esistevano in quanto  svolgevano una determinata funzione. Il concetto della simbologia passa in secondo piano mettendo in primo piano la funzionalità dell'edificio. Ricordiamo la frase di Le Corbusier " Una casa è una macchina per abitare".  Nella fase dell'evoluzione informatica l'edificio esiste in quanto "informa", esso partecipa al grande mondo dell'informazione. Nella terza ondata al centro del progetto non c'è più l'idea di costruire  un edificio per rappresentare un ideale oppure per mettere al centro la funzionalità ma al centro del progetto si pone l'uomo e come lui percepisce lo spazio. Si sente il bisogno di dare un significato più profondo allo spazio e non solo progettare uno spazio in quanto tale. L'architettura diventa quindi una poesia in cui vengono utilizzate delle figure retoriche. In architettura con il progetto di Jorn Utzon dell'Opera House di Sideny costruita tra il 1956 e il 1973 accadde questo fenomeno. Il progetto si pone in contrasto con il movimento moderno dove forma e funzione hanno una grande importanza. Il progetto di Utzon è caratterizzato da un grande guscio a forma che rappresenta delle vele di una barca che viene percepito solamente dall'esterno. Con questo edificio ha un ruolo fondamentale l'aspetto simbolico, da una parte l'edificio ha dei valori figurativi e metaforici voluti dal progettista dall'altra è l'osservatore che fa assumere altre figure metaforiche. Alla fine degli anni 80 si sviluppa questo concetto di associare ad una determinata costruzione una figura retorica, un chiaro esempio è il Kiasma Holl di Steven Holl, progettato sulla metafora del chiasma che è un tipo di ribaltamento dei nervi che proiettano l'immagine dell'occhio ma anche una figura retorica. Diamo una definizione di figura retorica. " In retorica, fin dalle sue forme classiche, si intende per "figura"  qualsiasi artificio nel discorso volto a creare un particolare effetto. Si parla di "artificio" in quanto la figura rappresenta, soprattutto nel linguaggio poetico, una "deviazione", uno "scarto" rispetto al linguaggio comune " ( definizione ricavata da Wikipedia). Questo concetto di figure retoriche entrano in gioco anche nelle pubblicità.  In epoca industriale come già accennato nelle lezioni precedenti si sviluppa un dualismo: da una parte abbiamo la soggettività in cui viene utilizzata una figura retorica per determinare un target utile per la comprensione della società, dall'altra parte abbiamo la vera e proprio oggettività del prodotto industriale in cui viene messo al centro il logo e quindi il vero concetto di pubblicità. 

Link lezione: http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Didattica/Cad/2023-24/LEZ/3/index.htm